La donna orso by Karolina Ramqvist

La donna orso by Karolina Ramqvist

autore:Karolina Ramqvist [Ramqvist, Karolina]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-01-22T12:00:00+00:00


Scrivo che quello che succede sulla barca in un certo senso alleggerisce l’atmosfera durante quella prima tempesta, con la grande nave che ondeggia e procede su un mare minaccioso, apparentemente infinito. Ma lo si potrebbe considerare anche un ampliamento dello sguardo su di lei, sguardo tale per cui oggi non sappiamo chi fosse realmente, e pare che la sua esistenza cominci soltanto il giorno in cui Jean-François de la Rocque de Roberval la porta via.

Nemmeno io permetto che esista prima di quel momento.

Scrivo che è la prima lezione di cetra. I due sono sul ponte e intorno a loro il lavoro prosegue come al solito, ma non li distrae da ciò che stanno facendo. Lui le canta una canzone e poi le fa vedere come suonarla, come tenere lo strumento. Lei è imbarazzata, lui assolve il suo compito con la massima serietà. È importante intrattenere e istruire la protetta del capitano, ma è anche importante portare la musica nella nuova terra. Le dita di lei devono essere ben posizionate, lui le stringe tra le proprie e le muove sulle corde, sistemando i polpastrelli uno alla volta. Lo sguardo di Damienne passa da loro al mare. La tempesta in quel momento è solo un cielo nero in lontananza, basso sulla superficie dell’acqua. La prima cosa che succede è un cambiamento nell’aria, all’inizio solo un rinfrescamento, poi il grigiore pesante delle nuvole che coprono il sole e quindi il buio, il vento e la pioggia battente. Accade così in fretta. L’uomo senza nome prende per mano lei, che ha lo strumento, e Damienne. Si infilano nella cabina di lei e si stringono lì dentro a suonare mentre fuori, sul ponte e sugli uomini, infuria la tempesta che li costringe a stare in ginocchio; Jean-François de la Rocque de Roberval è al timone e grida gli ordini.

Immagino che gridi anche a Dio, che ritenga la tempesta una prova appropriata e una specie di dialogo tra loro. Lo vedo sollevare il volto al cielo, aggrappato al timone come se fosse lui a provocare il beccheggio della nave scuotendola con tutte le sue forze.

In quello stesso momento Damienne deve correre fuori dalla cabina ed è allora succede, che i due rimangono soli. Lei si aggrappa a lui, al braccio, alla spalla, al gomito. All’inizio lui la sorregge soltanto, la nave beccheggia volando incontro alle onde. È impossibile distinguere i movimenti della barca dai loro, come se fosse la tempesta a guidarli, a portare le mani di lei ad afferrarlo e ad attirarlo a sé. Il boato della burrasca soffoca i loro gemiti e l’oscurità nasconde i loro corpi nella minuscola cabina. La cetra è per terra. Damienne, china in avanti, si aggrappa alla battagliola; il vento le ributta in faccia il vomito che le finisce come una ragnatela sulla veste, sul ponte e sui piedi ormai fradici per la pioggia insistente e per le enormi onde del mare che si infrangono contro la murata. Stringe la mano intorno al tirante, l’esile corpo curvo e in preda ai conati.



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